Domande e risposte sulle balbuzie

1) A cosa è dovuta la balbuzie?

La balbuzie è complessa, e sai una cosa? Alla base della balbuzie non c’è un unico fattore come spesso si vuole far credere. È come una ricetta con tanti ingredienti diversi. Ci sono fattori genetici che giocano un ruolo importante ma ci sono anche aspetti legati al funzionamento del nostro cervello e dei muscoli coinvolti nel parlare. Insomma, è una combinazione di fattori.

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2) Come si risolve la balbuzie?

Già, come si fa a superare la balbuzie? Niente miracoli ma risultati e risultati veri, duraturi. Non esistono soluzioni rapide ma un percorso verso una parlato fluido con le sue tappe. Il percorso richiede due condizioni: un giusto TEMPO e un giusto LAVORO. Questo il binomio perfetto per il successo del trattamento.

Puoi dire che hai superato la balbuzie quando, grazie a una buona terapia, la tendenza a balbettare è diventata così debole da risultare persino innocua e tu parli abitualmente con buona fluenza. Anche le disfluenze occasionali non ti impediscono di esprimerti con scioltezza e senza stress.
La chiave dunque è un percorso terapeutico ben fatto che oltre ad essere un lavoro sulla balbuzie è anche e soprattutto un viaggio alla scoperta di te stesso. Si tratta praticamente di trovare l’equilibrio tra le parole, i pensieri e le emozioni. L’impegno, la motivazione e spesso il supporto di persone care sono la garanzia di successo nella terapia. Perciò non andare alla ricerca di soluzioni magiche che prima ti illudono e poi ti deludono. Piuttosto prendi in considerazione un percorso terapeutico che abbia solide basi scientifiche e pensa solo a investire su te stesso in vista di una parlata più naturale e del tuo benessere emotivo e relazionale.

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3) Come capire se tuo figlio è balbuziente?

Per capire se tuo figlio è balbuziente, è fondamentale consultare un esperto in balbuzie. La balbuzie nei bambini può essere temporanea e legata alla maturazione del linguaggio o può invece diventare un problema persistente.

Alcuni segnali da osservare nel bambino sono lo sforzo nel parlare, il portare la mano alla bocca, il fastidio o addirittura la rabbia per le difficoltà nel parlare. È essenziale intervenire precocemente, fin dall’età prescolare, con l’aiuto di un professionista specializzato in balbuzie. Questo non solo aiuterà il bambino a superare il disturbo, ma ridurrà anche il rischio che la situazione cronicizzi.

In questo caso esperienze negative e complicanze di tipo psicologico potrebbero influenzare lo sviluppo del bambino nella misura in cui vanno a incidere sulla sua autostima e sul suo benessere emotivo.

Aspettare dunque che “col tempo passi”, è un rischio ed è una posizione che oggi non trova riscontro né nella ricerca né nella pratica clinica. L’intervento precoce fa la differenza nella crescita del tuo bambino. Se hai dubbi o hai bisogno di aiuto rivolgiti a uno specialista in balbuzie per un’attenta valutazione che consenta di stabilire correttamente una di queste tre opzioni: non intervenire, attendere e monitorare la situazione, intervenire.

4) Quando si sviluppa la balbuzie?

La balbuzie di solito si manifesta tra i 13 e i 66 mesi di età, con una media di 33 mesi. In parole semplici, comincia quando i bambini stanno imparando a parlare, ed è come se cervello, lingua e altre parti del corpo stessero facendo ‘allenamento’.
Quando il bambino inizia a balbettare, può ripetere alcune sillabe o parole oppure fare piccole pause o ancora sembrare teso mentre parla. A volte, ci sono manifestazioni che potrebbero sembrare tic ma non lo sono. La balbuzie può iniziare gradualmente, ma a volte può iniziare in modo improvviso.

Ecco un altro dato interessante: la balbuzie è più comune nei maschi, con una proporzione di 4 a 1 rispetto alle femmine. Inoltre vi sono anche fattori genetici coinvolti. Nel 75% dei casi, c’è un parente che ha avuto o ha la balbuzie.

Ora, la buona notizie è che nella maggior parte dei casi la balbuzie scompare da sola (è chiamata balbuzie fisiologica) mentre in altri casi perdura nel corso del tempo cronicizzando in balbuzie conclamata. Quindi, se tuo figlio sta iniziando a balbettare, non preoccuparti troppo. Piuttosto che preoccuparsi della situazione è più utile occuparsene richiedendo la consulenza di uno specialista.

5) Quanti tipi di balbuzie ci sono?

Balbuzie in età prescolare: quando i bambini piccoli iniziano a balbettare, e gli specialisti notano che c’è qualcosa di ‘strano’ nel loro comportamento linguistico. Gli esperti possono dare un aiuto importante ai genitori spiegando cosa sta succedendo e come possono sostenere efficacemente il loro bambino.

Balbuzie conclamata (bambini in età scolare, adolescenti, adulti): crescendo, la consapevolezza della propria balbuzie fa sorgere una serie di problemi, soprattutto nella vita di relazione. Per quanto si cerchi di nasconderla, la balbuzie spesso è piuttosto evidente a causa delle ripetizioni e dei blocchi. Questo può influenzare la tua autostima e il tuo modo di sentire e percepire la tua persona. Ma ciò che più conta per te è questo: la balbuzie può essere affrontata e superata.

Basta che tu non la prenda sottogamba. Il fai da te qui non funziona. Ed è di cruciale importanza che le persone che si propongono di aiutarti siano esperti nel trattamento della balbuzie. Quindi, solo professionisti specializzati (psicologi e logopedisti) con un’esperienza consolidata in questo campo.
Quando affronti la balbuzie, c’è un solo percorso di terapia che funziona. Questo percorso combina due aspetti:

  • lavoro individuale: tu lavori con un esperto per affrontare i tuoi problemi personali legati alla balbuzie. Il focus è su di te e sulle tue specifiche esigenze.
  • lavoro di gruppo: sessioni in cui il confronto con altre persone consente di ri-conoscersi e di conoscersi, grazie anche alla condivisione delle diverse esperienze di vita. Se il trattamento riguarda un bambino con balbuzie, è importante il coinvolgimento dei genitori tramite un parent training volto a far acquisire sia le conoscenze basate sulla scienza che determinate competenze utili per affiancare il bambino nella quotidianità.